In questo sito dedicato agli animali e a chi li ama, desideriamo farci
portavoce di un’iniziativa per aiutare chi ha più bisogno di affetto e
compagnia; Chi ha idee e proposte ci aiuti a realizzare questo programma! Grazie, Francesca Perruccio Sica Un incontro, un sorriso
Breve racconto felino La prima volta che mi presentai
all’istituto con quell’insolito bagaglio, la suora alla porta mi guardò tra
lo stupito e l’indignato: solo la mia falsa, ma ostentata sicurezza mi permise
di aggiungere come nulla fosse: “Buongiorno, sorella, porto la micia dalla
zia!” Un po’ perché le avevo promesso che le avrei fatto conoscere la mia
nuova “bambina”, un po’ perché intuivo che non le avrebbe fatto che bene,
avevo deciso di tentare questo incontro. Da allora sono passati quasi tre anni e quando è possibile non rinunciamo
a varcare la porta con uno o più dei miei miagolanti fagottini. La zia ormai da cinque anni è immobilizzata tra letto e sedia a rotelle
nella sua stanza di un istituto per persone anziane o malate. Una frattura al
femore prima e due ictus, su di un fisico già debilitato e prostrato da una
grave forma di depressione, l’avevano ridotta a una povera creatura sdraiata e
senza parole. Poi le riabilitazioni fisica e logopedistica le hanno ridato
dignità umana, ma non certo il sorriso, che sembrava spento per sempre. Lontana dalla sua casa, dalle sue cose, dalle sue abitudini, dalle sue
relazioni umane, a poco valeva quella bella stanza luminosa con grande
bagno annesso in uno degli istituti più belli appena fuori della città, in uno
splendido panorama collinare e con un ampio giardino fiorito che nei periodi di
clima mite permette di godere un po’ della bellezza della natura. Niente
sembrava valesse per una persona che anche prima dell’infermità era infelice,
pur non mancandole niente, apparentemente. Adesso la zia continua a vivere lì, guardando le poche cose cui può
arrivare con la sua sedia a rotelle, tra medici, medicine, disturbi e dolori.
Però il sorriso a volta lo ritrova, insieme con un’infantile voglia di
giocare ed una tenerezza per lei nuove: merito della naturale dolcezza e
comunicativa dei suoi nuovi nipotini felini, di cui segue con attenzione la
Gli animali non conoscono discriminazioni, differenze tra belli e brutti,
sani e malati, non conoscono malizia se non siamo noi ad insegnargliela.
Conoscono però l’istinto dell’affetto e della comunicazione fisica senza
bisogno delle troppe parole che noi umani usiamo. E molto spesso sono loro a
insegnare a noi qualche cosa. Francesca Perruccio Sica | |